I turisti ci vanno in estate ma è in primavera o inizio autunno che Morigerati trionfa di bellezza. Particolarmente apprezzata da chi ama la natura e i luoghi poco conosciuti, il borgo è ideale per una passeggiata al tramonto, quando le luci fanno risaltare le facciate delle case del centro storico.
Strette l’una all’altra, con il palazzo baronale come punto di partenza ed arrivo, o la Chiesa di San Demetrio, o il Museo etnografico della Civiltà Contadina. Un paese noto eppure pieno di segreti.
Pochi conoscono la ferriera che sorge nei pressi del Bussentino.
O si spingono a Sicilì, nella piccola e suggestiva Cappella della Madonna dei Martiri.
Ispira pace visitarla al crepuscolo. Su uno sperone roccioso, sorge Morigerati, borgo dal fascino paziente, dove il fluire del tempo acquista un ritmo circolare, perché riporta sulle tracce dei monaci greci che lo fondarono.
La pietra sembra essere la matrice di tutto, anche dei profumi intensi delle ginestre e degli ulivi che la circondano.
Oggi il Comune che si affaccia sullo strapiombo e che si fregia della Bandiera Arancione Touring Club, alterna tratti medievali e orientali, dall’aria antica e rilassata.
Il Bussento, il fiume che scorre prepotente e lento sotto due abitati, divide e unisce Morigerati dalla sua frazione Sicilì, terra di fichi e ulivi, ospitale e laboriosa.
Dalla piazza principale, ingresso attuale e antico del paese, si arriva davanti al Palazzo Baronale, dove tutt’ora vivono i discendenti della famiglia.
Clorinda e Modestina, fondatrici dell’ospitalità diffusa a Morigerati, fin dagli anni Sessanta hanno aperto le porte della loro casa ai viaggiatori. Anche negli ultimi anni della vita, Clorinda ha mostrato ai turisti la bellezza nascosta tra le pareti vissute fin dal 1300, con arredi originali, un vero e proprio museo.
Le due sorelle, forti e sagge nobildonne, hanno anche fondato nel 1976 il Museo etnografico della Civiltà Contadina, che trova casa nell’antico Convento di Sant’Anna.
Visitarlo significa capire cos’era il Cilento: non solo una esposizione di oggetti, circa tremila, ma un tuffo nell’identità agricola e artigianale del territorio.
Il museo si sviluppa su due piani ed è diviso in più sezioni: dalla produzione del carbone, agli arredi tessili e ai manufatti agricoli e pastorali.
E poi la produzione di candele ed ex-voto in cera, recuperate dalla cereria di Morigerati rimasta attiva fino agli anni ’40.
Un viaggio nella memoria. Particolarmente bello ed imponente il santuario panoramico, dedicato al Martire di Tessalonica, patrono del borgo, che con il campanile orientaleggiante con la caratteristica cupola e cipolla, sottolinea il legame forte del territorio con i monaci italo-greci che si rifugiarono in questi territori.
La struttura ha subito una trasformazione radicale tra la fine dell’Ottocento e il Novecento.
Si compone di delicatissimi stucchi a merletto che ornano la volta della navata ed un grandioso angelo in stucco di foggia vagamente liberty, su cui poggia il pulpito.
Da dieci anni, sulla scia del concetto di accoglienza delle sorelle Florenzano, le case del centro storico, i casali, gli agriturismi e gli alberghi di entrambi i borghi, sono diventati Paese ambiente, ovvero si sono aperti all’ospitalità diffusa.
Il progressivo abbandono delle abitazioni è stato trasformato in una risorsa diventando il primo paese-albergo nel Cilento, non costruendo nuovi edifici, ma recuperando strutture già esistenti che oggi riescono ad ospitare oltre cento persone al giorno, con un sistema di prenotazione centralizzato e fornendo tutti i servizi standard alberghieri ma soprattutto un’esperienza di vita a contatto con gli abitanti del posto.
Morigerati non è soltanto storia e cultura ma soprattutto natura.
Dal centro abitato, imboccando un’antica mulattiera si entra nell’incanto dell’Oasi Wwf Grotte del Bussento, che si estende per 607 ettari, in un percorso totale di circa 3 ore, dove l’acqua e la vegetazione esplodono di bellezza, luogo ammaliante e incontaminato ritenuto zona privilegiata nella protezione dal Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, per essere geosito principale Unesco per il particolare fenomeno carsico del Fiume Bussento che risorge impetuoso nella grotta diventandone protagonista assoluto. Il fiume che nasce su un versante del Monte Cervati scompare nelle viscere della terra qualche chilometro più a Nord, nel maestoso Inghiottitoio di Caselle in Pittari.
Dopo un percorso sotterraneo di sei chilometri riemerge nell’Oasi di Morigerati dando vita a cascate e rapide. Sorprende la ricchezza dell’ambiente naturale: alberi nascosti nel verde rendono fiabesca la stazione di muschi, la più importante del Sud Italia.
Un antico mulino ad acqua a ruota orizzontale rende particolarmente romantica l’area.
Il mulino, oggi restaurato e funzionante, ed aperto ai visitatori, risale al 1700 ed è stato utilizzato fino alla metà degli anno ’60.
Un tempo rappresentava una delle principali ricchezze per l’economia del paese, oggi ricorda i tempi in cui l’uomo era un tutt’uno con la natura. L’Oasi è un tripudio di bellezza, l’acqua ha modellato il paesaggio e il risultato, frutto di un lavoro millenario, è un grande spettacolo della natura.
Il Bussento, inoltre, è uno dei pochi fiumi italiani che ancora ospita la lontra, specie rara protetta a rischio estinzione, che può essere considerata un indicatore della salute dei corsi d’acqua e dei laghi in cui vive.
Lasciando per tre chilometri l’Oasi e il tratto abitato di Morigerati, scopriamo l’ultimo segreto di un territorio unico.
Considerata uno degli esempi più interessanti di archeologia industriale la Ferriera è un’antica fabbrica di ferro, attiva dagli inizi del 1800, per due secoli sepolta da circa tre metri di terra e camuffata da una fitta macchia mediterranea. Un tesoro ben conservato, disposto su due corpi di fabbrica, e venuto alla luce solo qualche anno fa, testimonia la laboriosità di questi luoghi e l’inestimabile patrimonio naturalistico, storico e culturale.
Ogni angolo di Morigerati è pervaso di luce, ma il tramonto è un momento particolarmente magico.
Per goderlo con le mille sfumature del rosa e dell’arancio tornate nel centro abitato, sul sagrato della Chiesa di San Demetrio.
Da qui con la vista sulla grande valle si aspetta la sera, seduti ai gradini del santuario in attesa che l’arancio diventi azzurro e infine intenso blu.
Quando infine il sole sarà ormai tramontato, raggiungete il museo etnografico e fermatevi a mangiare all’Osteria dei Compari.
Tra pasta rigorosamente fatta a mano, qui sono bandite quelle confezionate, e antipasti di verdure di stagione, la cena sarà la giusta ricompensa dopo le lunghe passeggiate naturalistiche.
Se c’è chi dice che non ci sono più le osterie di una volta, perché molte si sono adeguate ai tempi tradendo la tradizione, quello dell’Osteria è l’indirizzo sicuro per tutti i nostalgici dove ristorare lo spirito e lo stomaco.
Questa osteria è aperta da meno di dieci anni ma porta in cucina le ricette tipiche della tradizione locale ereditate da nonna Scicina, oggi custodite da mamma Rachele che ha spento i fornelli a casa e li ha accesi all’Osteria portando il sincero spirito d’accoglienza che risalta in ogni piatto.
E c’è un oste che è quello che consiglia e serve. Pasqualino, quasi un metro e novanta, sa interpretare le volontà degli ospiti, o almeno ci prova, e non si risparmia mai e al tavolo si avvicina anche per scambiare qualche parola.
E’ il titolare dell’Osteria insieme alla moglie Francesca, di Benevento, trasferita a Morigerati per lui, alla quale lui per amore ha dedicato la scelta dei vini. La casa offre vini beneventani e poche etichette cilentane.
Il resto è tutto locale, compresi i lampadari in ferro battuto realizzati da papà.
E’ un locale piccolo ma allo stesso tempo accogliente.
D’estate si pranza e si cena anche in terrazzo all’ombra di un Noce, con uno sguardo sull’orticello ed un altro sulla vallata.
Offre prodotti locali di qualità ed è molto apprezzato anche dagli abitanti del posto. Potete assaggiare gli antipasti, di oltre dieci portate, di sole verdure, realizzate con sapienza e gusto, ma soprattutto rispetto della tradizione.
Il menù te lo racconta l’oste: spiccano i carciofi ‘mbuttinati in primavera o il brodetto di asparagi selvatici, melanzane ripiene come vuole la tradizione e fiori di zucca in pastella. Pochi salumi e formaggi, solo a scelta.
I primi sono un tripudio di pasta fatta a mano: cavatelli, fusilli con il ferro, ravioli con ricotta vaccina e le lagane che incontrano i ceci, pure d’estate.
Poi la pasta al forno con la sfoglia tirata a mano.
Il sugo è semplice ragù o di pomodoro fresco. Piatti semplici che riempiono il palato.
Nei secondi la carne è alla brace o al forno.
Il finale è un attentato se mamma Rachele ha fatto i vissina.
La ricetta vera è quella della nonna, che li frigge piano piano.
Tanto basta per essere felici.
Informazioni e contatti:
Via Granatelli, 6 – Morigerati (SA)
Tel.: (+39) 339 7888670
Altri numeri utili:
Oasi WWF Morigerati: (+39) 333 6959991
Morigerati Paese Ambiente: (+39) 349 1717843
Museo Etnografico: (+39) 339 5687522