La bellezza dell’entroterra, in generale, è la scoperta di tanti posti stupendi.
Nella parte degli Alburni ce ne sono alcuni che davvero si differenziano per paesaggio e storia. Situato a 547 metri sopra il livello del mare (s.l.m.) troviamo Roscigno che occupa una superficie di 1486 ettari all’interno del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni e comprende circa 900 abitanti.
Il Paese sorge alle pendici del Monte Pruno (chiamato anche Balcone degli Alburni) e il suo nome si pensa derivi dal termine dialettale “Russignolo” (ovvero usignolo) oppure dal termine latino “Ruscidus” che sta ad indicare l’acqua stillante, con riferimento alle acque cristalline del Torrente Sammaro, che attraversa il paese.
Questo è diviso in 2 porzioni:
- Roscigno Nuova (paese di nuova costruzione);
- Roscigno Vecchia (completamente disabitata, a causa di vecchie frane), la quale offre al visitatore un ambiente davvero suggestivo e misterioso, dal fascino indescrivibile.
Il borgo abbandonato di Roscigno Vecchia è di un fascino avvolgente. Una volta entrati in questo museo a cielo aperto, si rimane ammaliati dalla settecentesca Chiesa di San Nicola di Bari, dall’ampia piazza con la bella fontana di pietra, dalle case e le antiche botteghe, con le insegne sbiadite, le quali ricordano al visitatore il loro interno, di cui oggi rimangono solo dei meravigliosi ricordi.
Giuseppe Spagnuolo ad oggi, è l’unico abitante di Roscigno Vecchia: personaggio stravagante e unico custode di questo fantastico borgo fantasma, che lui non ha proprio intenzione di lasciare, tanto da affermare: «Io non mi muovo da qui, è il mondo che viene a cercarmi».
Infatti sono numerosi i turisti che ogni anno, attirati dalla storia e magia di questo posto, fanno visita a Giuseppe al quale lasciano spesso oggetti tipici del loro paese di origine che lui conserva, con amore, nella sua fantasmatica casa-museo.
Roscigno Nuova, posta più a monte rispetto a Roscigno Vecchia, nacque all’inizio del 1900, ma l’esodo verso questo nuovo centro abitato, sollecitato a più riprese dalle istituzioni, fu lentissimo ed attraversò ben tre generazioni, con l’abbandono da parte degli irriducibili, solo alla fine degli anni 70, con la sola eccezione di Teodora Lorenzo, detta anche Dorina, la quale rimase da sola nel borgo di Roscigno Vecchia fino alla sua morte giunta nell’anno 2000. Il primo centro abitato di cui si ha notizia, sorse attorno ad un convento benedettino e viene considerato ancora oggi il primo antico villaggio enotrio-lucano, databile tra il VII ed il III Sec. A.C.
I luoghi che vanno visitati a Roscigno sono: il Museo della Civiltà Contadina, situato all’interno dei locali restaurati dell’ex Casa Canonica e del Vecchio Municipio, il quale raccoglie numerose testimonianze della vita e del lavoro di Roscigno Vecchia, il tutto attraverso circa 500 oggetti ordinati secondo i temi dei cicli lavorativi specifici della zona e raccolti in sei sale, ciascuna dedicata ad uno o più aspetti della cultura popolare locale.
Non di minore importanza sono la Chiesa di San Nicola di Bari, edificata nel 1720, la fontana, il Campanile e le antiche tombe ritrovate su una piana del Monte Pruno.
Durante l’estate, Roscigno Vecchia, si anima con diverse mostre, manifestazioni e sagre enogastronomiche.
Le festività particolarmente sentite sono quelle in onore della Madonna di Costantinopoli (la domenica dopo Pasqua) e del patrono del paese, San Rocco, che si tiene il 16 Agosto.
Roscigno è davvero unico nel suo genere e merita, senza ombra di dubbio, una visita per chi transita nel Cilento.
Si raggiunge facilmente:
- provenendo da Nord, si prende l’A3 SA-RC e si esce a Campagna, proseguendo per Ottati, Bellosguardo e Roscigno.
- per chi viene da Sud, invece, si prende sempre l’uscita dell’A3 SA-RC e si esce a Sala Consilina, per poi proseguire in direzione Corleto Monforte, Sacco, Roscigno.
- per chi si trova già nel Cilento, da Paestum si seguono le indicazioni per Roccadaspide, Bellosguardo, Roscigno.
Per tutte le informazioni:
Tel: (+39) 0828 963377
Web: www.roscignovecchia.com