Dalla SS18 “Cilentana” si esce a Poderia andando verso Palinuro e lungo la strada, nei pressi del ponte vecchio ferroviario, si trova l’indicazione San Severino di Centola.
Io mi sono fermato lungo il piccolo ponte che passa sul Fiume Mingardo, che scorre fra le ripide pareti rocciose del Monte Fontanelle e Monte Bulgheria, qui si possono intravedere i resti di un paese che fino a mezzo secolo fa era ancora abitato: San Severino di Centola.
Dal piccolo ponticello si osserva la bellezza della stretta forra del fiume chiamata Gola del Diavolo.
Questo splendido borgo risale al X secolo anche se ci sono resti di una preesistente torre longobarda. Oltre alle tracce longobarde, abbiamo testimonianze angioino-aragonesi, chiari stili ottocenteschi ed un’impronta urbanistica tipicamente tardo-medievale in quello che, fino al 1861, era chiamato San Severino di Camerota.
Si arriva ad un punto in cui bisogna necessariamente fermare la macchina ed avventurarsi a piedi alla scoperta di questo meraviglioso borgo abitato fino a metà XX secolo quando le 400 anime che animavano il paese scesero verso valle per andare a vivere in zone più comode vicino la ferrovia.
La prima fermata è “U Chiano” dove si vedono le rovine del Castello e resti delle case costruiti direttamente sulle rocce.
Già da qui si riesce ad ammirare parte del panorama sottostante.
Proseguendo si sale verso il paese fino a arrivare al centro del paese che, di recente, è stato ristrutturato. Ci si perde fra i viali del borgo, con nomi ben specifici, fino ad arrivare alla fine di Via Croce che nasconde un maestoso crocifisso che lascia intendere che protegge tutta la valle sottostante.