Il cece di Cicerale è un legume raro coltivato nel Cilento: è diverso da quelli che usualmente si trovano sugli scaffali della grande distribuzione e si differenzia sia per la forma sia per alcune proprietà.
Il terreno di Cicerale, borgo della provincia di Salerno, ben si presta a questo tipo di coltivazione, soprattutto grazie al suo carattere argilloso e ricco di sali minerali.
Un prodotto unico, raccolto interamente a mano, che rilascia al palato il gusto autentico di un ingrediente rustico e confortevole.
Il cece di Cicerale è molto più piccolo, con un colore leggermente più dorato con una puntina finale più inclinata.
Ricco di sali minerali e vari elementi nutritivi risulta ha una consistenza più dura e risulta più tenace alla masticazione.
Leggermente rugoso richiede una cottura attenta e meticolosa: bisogna cuocerli a fiamma molto delicata, per evitare che si sfaldino.
Una grande particolarità è data dalla “pellicina”: è molto sottile, quasi inesistente, e garantisce una buona digeribilità.
Ha un periodo di semina e raccolta ben preciso, tanto che i coltivatori locali hanno ideato un detto popolare atto a indicare il periodo migliore: sicuramente quelli piantati a novembre, insieme al grano, danno vita a una pianta più forte, con maggiori risultati in termini di resa.
Una storia di tradizione divisa fra avversità e apprezzamenti.
La storia di questo legume è molto affascinante: si parte dalla distruzione di Corbella, il borgo di Cicerale, fino ad arrivare a Giovanna Voria – prima ambasciatrice della Dieta Mediterranea nel mondo insieme allo chef due Stelle Michelin Alfonso Iaccarino – che si è battuta affinché venissero valorizzati al meglio.
All’ingresso di Cicerale si può ammirare uno stemma che ritrae una piantina di ceci legata a una gramigna con scritto “Terra quae cicera alit – terra che nutre i ceci”: dunque sono i ceci che hanno dato il nome al paese, non viceversa.
Con la distruzione del loro paese, i corbellesi, iniziarono a costruire le proprie case in collina. Gli abitanti delle zone limitrofe vedendo cosa stava succedendo domandavano: “Chi sta costruendo quelle case?” E alcuni rispondevano: “Chiri re i ciciari (quelli che coltivano ceci)”.
I ceci erano considerati un prodotto molto povero, poco importante, quasi scontato: un frutto della terra che non avesse grande valore, né per quanto riguarda la richiesta né per la domanda.
La signora Giovanna – dopo anni di perfezionamento e studi di cucina – è stata pioniera di questo grande legume e, quando è tornata nel suo paese, ha deciso di aprire un suo agriturismo con la “missione” di dare una voce a tutto quello che le era stato insegnato dai genitori, iniziando un intenso cammino di valorizzazione dei ceci, prodotto cardine della sua terra.
Dato che tutte le cose belle non sempre sono facili, il suo percorso non è stato tutto rosa e fiori: lo spopolamento rurale e la mancanza di manovalenza hanno influito negativamente sulla progressione di tutto il comparto relativo al piccolo paesino.
Nonostante le difficoltà e la minimizzazione di un lavoro di promozione complesso, oggi è un vero privilegio riuscire a passare un giorno nell’entroterra cilentano gustando una bella zuppa di ciccimaretati (piatto tipico fatto con un misto di legumi) guardando i verdi paesaggi che si mostrano all’orizzonte.
Le frasi che la signora Giovanna si è sentita dire, come ad esempio, “Giovà a gente vai truvanno carne e pesce, che se n’adda fa re sti ciciari”, ovvero “Giovanna la gente non che farsene dei ceci, vogliono mangiare carne e pesce”, servono solo per comprendere che non bisogna mai lasciarsi scoraggiare dall’opinione negativa altrui quando si ha un obiettivo importante.
Fra i produttori troviamo appunto:
Giovanna Voria, Agriturismo Corbella
Loc. Viscigline Val, Piazza Corbella – 84053 Cicerale (SA)
Tel.: (+39) 0974 834511