Nel Cilento CRESCE un legume selvatico che viene coltivato nella zona di Lentiscosa, una piccola frazione collinare del comune di Camerota.
Simile ad un pisello dalla forma squadrata, dal colore che può variare dal verde scuro al marroncino, è tendente al rosso e spesso marmorizzato o screziato.
Dal gusto talvolta amarognolo, vanta origini molto antiche.
Per secoli è stato coltivato, su terreni calcarei e soleggiati, come alimento da dare al bestiame e le popolazioni più povere lo utilizzavano come buona fonte proteica.
A Lentiscosa, oggi, viene coltivato da varie famiglie che iniziano a preparare il terreno da ottobre-novembre, per seminare poi da gennaio a marzo, per raccogliere a partire da fine giugno.
Una volta che i baccelli raggiungono la completa essicazione, si estirpano le piante, molto simili a quelle dei ceci, e si lasciano essiccare su dei teli per poi batterle fino a farne uscire i semi.
Con questo legume si fa la famosa Maracucciata, una polenta fatta per metà di farina di maracuoccio e per l’altra metà da grano, ceci, farro, favino e cicerchie.
Il tutto unito a crostini di pane, olio Evo, aglio, peperoncino.
I ciccimmaritati, o cuccia, sono un altro piatto tipico cilentano che viene fatto con il maracuoccio.
Questo particolare Presidio Slow Food, sostenuto dal Comune di Camerota e dal Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni è prodotto da pochissime persone e l’associazione di produttori mira ad ampliare i quantitativi, coinvolgendo giovani contadini e ristoratori che promuovano il prodotto.